giovedì 14 ottobre 2010

L’ITALIANO CHE STUDIA NEGLI USA LA SCIENZA DEL CIOCCOLATO E SI FA AIUTARE DA MICKEY MOUSE

“Binge eating” si chiama così la forma più estrema di dipendenza da cibo (specialmente dolci e cioccolata) e dalle abbuffate periodiche.
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Facciano particolare attenzione tutti coloro che di indole sono impulsivi. Non a caso, la tendenza all’impulsività - misurabile con una serie di test psicologici - è già stata legata alla predisposizione alla tossicodipendenza e all'abuso di alcol e ora si allarga a un campo più ampio di pericoli. E’ la nuova ricerca su cui si concentrano due scienziati italiani, Valentina Sabino e Pietro Cottone, impegnati in un centro per lo studio delle dipendenze della Boston University.
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Qui studiano il lato oscuro del cibo. Analizzando i comportamenti di alcuni topolini, hanno dimostrato che si possono sviluppare sia dipendenza sia compulsione verso alimenti specifici in seguito alle diete yo-yo, basate sull'alternanza tra cibi golosi e cibi dietetici.

E’ evidente, così, che un nuovo tipo di droga, sempre più pericoloso per la salute, siano i cibi troppo golosi, gli snack soprattutto a base di cioccolata.
I centri del piacere, noti per il ruolo nelle tossicodipendenze, vanno in til» anche nel cervello delle cavie drogate da cibo: al centro c’è un neurotrasmettitore, la dopamina, e i comportamenti si alterano. Quando scoppia l’astinenza, i topolini affrontano dolorose scosse elettriche pur di arrivare alla cioccolata.
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Un segno di dipendenza sono proprio le abbuffate, insieme con le manifestazioni di ansia e stress, con un desiderio impossibile da spegnere se non addentando l'ennesima tavoletta di cioccolato. Solo dopo averla divorata la crisi d'astinenza si placa, almeno momentaneamente, fino a che non si sentirà il bisogno di un’altra dose.
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I topolini sono stati costretti a un regime alternato: per cinque giorni la settimana il cibo standard per due una dieta zuccherina al sapore di cioccolato. Dopo alcune settimane, nei cinque giorni normali i topolini sviluppavano una sintomatologia caratterizzata da un comportamento ansioso e dal rifiuto del cibo meno goloso, che in condizioni normali mangerebbero. Nelle 48 ore di alimenti al sapore di cioccolato, invece, si nutrivano in modo smodato e lo stress si placava.
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Lo studio dimostra che a causare l’altalena di sintomi è l'attivazione del sistema del fattore di liberazione della corticotropina (Crf) nel centro neurale della paura, l'amigdala, che è coinvolta nella genesi dell’ansia. Quando il cibo goloso viene rimosso, nell'amigdala aumenta il Crf, ma non appena si dà il cioccolato il sistema ritorna alla condizione di base, e l'ansia scompare, come se la dieta zuccherina alleviasse l'astinenza. Somministrando un farmaco sperimentale che spegne il Crf, infine, i topolini riducono l’abuso di cioccolato e l’astinenza scompare.

E’ quindi l’attivazione del Crf a spiegare perché è così difficile mantenere nel tempo un corretto regime dietetico. Non solo. Lo studio suggerisce che la dieta yo-yo è un processo che si autosostiene, aumentando il rischio di obesità e disturbi alimentari.La scoperta potrebbe condurre a terapie per chi non riesce a dimagrire.
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