
Il cuoco, a inconveniente accaduto, ne migliorò un pò l’aspetto e decise di far portare ugualmente in tavola. Il duca buongustaio, apprezzò tanto la nuova specialità e decise di darne il suo nome: da qui la pralina.
Ben presto si iniziò ad aggiungere all’ involucro di zucchero, anche uno strato di cioccolato: il ripieno solido era costituito da frutta secca mentre le praline di oggi hanno un cuore morbido.
Si narra che i pasticcieri tedeschi, per aiutare le dame, alle quali era proibito servire alcolici a corte, abbiano ideato l’aggiunta dei distillati al ripieno.
Ma fu nel 1912 che lo svizzero Jean Neuthas, in Belgio ottenne un guscio di cioccolato che poteva contenere qualsiasi cosa: pasta di mandorle, nocciole, torrone e anche ganache.
Ben presto si iniziò ad aggiungere all’ involucro di zucchero, anche uno strato di cioccolato: il ripieno solido era costituito da frutta secca mentre le praline di oggi hanno un cuore morbido.
Si narra che i pasticcieri tedeschi, per aiutare le dame, alle quali era proibito servire alcolici a corte, abbiano ideato l’aggiunta dei distillati al ripieno.
Ma fu nel 1912 che lo svizzero Jean Neuthas, in Belgio ottenne un guscio di cioccolato che poteva contenere qualsiasi cosa: pasta di mandorle, nocciole, torrone e anche ganache.
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